L’analisi più puntuale di un 2018 di poche luci e molte ombre del vettore irlandese condotto da Michael O’Leary è quella del Corriere della Sera, a cura di Leonard Berberi. Ryanair continua a crescere, ma meno del previsto rispetto agli ultimi anni. Tanto che escludendo il contributo di LaudaMotion - in servizio da marzo 2018 e della quale detiene il 75% - il tasso di incremento dei passeggeri nel 2018 si è quasi dimezzato rispetto al 2017 (periodo in cui ha dovuto cancellare circa ventimila voli per carenza di personale) e ridotto a un terzo rispetto al 2015. Numeri che devono fare i conti anche con le frizioni sindacali, gli scioperi dei controllori di volo (soprattutto in Francia) e il maltempo. Sono risultati che mostrano l’alto tasso di resistenza alle avversità della compagnia irlandese, che resta tra le più profittevoli del mondo. Nel 2018 Ryanair e LaudaMotion (vettore austriaco acquistato dopo il collasso del gruppo air berlin) hanno trasportato 139,2 milioni di passeggeri (+8% sull’anno prima), con un tasso di riempimento dei velivoli del 96%. Ma nel 2017 LaudaMotion non c’era e quindi per un confronto più corretto andrebbero sottratti i suoi 3,1 milioni di biglietti venduti, il che riduce a 136,1 milioni i viaggiatori Ryanair, con un tasso di crescita del 5,6%. Meno del +10% del 2017, del +15% del 2016 e del +17% del 2015; ma anche al di sotto della media mondiale del +6,1% della Iata. Per fare un confronto: la rivale britannica easyJet dovrebbe aver chiuso l’anno con circa 88 milioni di clienti (+8%), mentre Wizz Air, low cost ungherese, ha archiviato l’anno con 36,6 milioni di passeggeri, in aumento del 18,4%, grazie anche alla sua strategia di confronto-scontro diretto con Ryanair ed easyJet non più soltanto confinata all’Europa centrale, ma estesa anche a mercati come quello britannico. Con un tasso di crescita dell’8% sarà difficile che Ryanair raggiunga i 170-180 milioni di viaggiatori nel 2020 auspicati da O’Leary. Il 2018 è stato però un anno relativamente tranquillo sul fronte dei collegamenti, considerando l’autunno 2017 pieno di problemi. Sui quasi 738.000 voli programmati l’anno passato il 99,1% è arrivato a destinazione, rispetto ai 6.300 che risultano cancellati, coinvolgendo circa 1,17 milioni di persone. Il tutto senza considerare il tasso di puntualità medio che è stato pari al 74%, se si valuta come “puntuale” un aereo atterrato meno di 15 minuti dopo l’orario programmato, parametro utilizzato dalla società specializzata Oag per stilare la sua classifica annuale (dove però Ryanair non compare). Il ritardo medio nei dodici mesi è stato di quasi 37 minuti. Nel 2019 Ryanair, che si conferma la compagnia numero uno in Italia, intende investire ancora di più su LaudaMotion, portando la flotta dagli attuali sei Airbus A320 a 21 e utilizzando pure fino a sei Boeing 737 presi a noleggio dalla casa madre. Se nel 2018 i passeggeri del vettore austriaco sono stati circa 3,1 milioni (con un tasso di riempimento del 94%), nel 2019 ne sono previsti oltre 5 milioni, con un aumento di almeno il 60%. In parallelo Ryanair ha ottenuto il certificato di operatore aereo del Regno Unito, che le consentirà di far volare gli aerei basati in Irlanda anche in UK, in caso di caos dopo l’eventuale mancato accordo per la Brexit.