“Da quando Iberia fa pagare per il pasto a bordo? Non é una low cost, come mai? E ora si deve pagare il bagaglio in stiva anche con le compagnie ‘normali’?”. Queste alcune delle domande che mi sento fare sempre piú spesso da persone estranee al settore del turismo. Domande comprensibili dato che é sempre piú difficile distinguere tra compagnie tradizionali e low cost: alcune delle prime ad esempio addebitano i costi per l’imbarco di bagagli in stiva, per il catering a bordo e a volte costringono il passeggero di economy al check-in online in alcuni aeroporti, mentre le seconde si impossessano degli aeroporti principali e lanciano programmi di fidelizzazione. E se la confusione é grande per i passeggeri, altrettanto si puó dire per il trade, che vede compagnie come American Airlines (vedi l'articolo su
) spingere il proprio sito a discapito degli intermediari e alcune “low cost” collaborare con i GDS, fornire commissioni e a volte spingere le vendite tramite gli stessi intermediari che le compagnie tradizionali stanno cercando di ridurre. Ci troviamo di fronte ad un mercato in cui, ridotti al minimo i margini di profitto, ogni compagnia introduce cambiamenti che spesso portano all’annullamento delle distinzioni tra tipologie, in particolar modo sul modello a breve raggio. Chissá quali altre sorprese ci riserverá il futuro...