Alitalia abbandona Malpensa, ma AirOne prende il suo posto. Dopo tanti rumors, infatti, il nuovo modello di business prevede il posizionamento dello “smart carrier” AirOne sull’aeroporto varesino, dal quale raggiunge 14 destinazioni in Italia e nel bacino mediterraneo, con cinque A320 dedicati, che diventeranno dieci nel 2012 con collegamenti per 26 destinazioni. “Non si tratta di un semplice modello low cost” dichiara l’a.d. Rocco Sabelli“Perchè Alitalia offre un valore aggiunto rispetto ai competitor a basso costo: la pre-assegnazione dei posti sarà garantita, il bagaglio a mano incluso, il check-in gratuito e il piano di accumulo miglia confermato”. Le tariffe partono da 25 euro per le destinazioni nazionali e 70 per quelle internazionali. Il piano del Gruppo Alitalia su Malpensa corre quindi su due binari: uno riguarda Alitalia, con il traffico intercontinentale e un target di clientela business e leisure di pregio; l'altro prevede lo sviluppo del traffico domestico e internazionale da parte di AirOne per clienti cosiddetti “price sensitive”. L'obiettivo è passare da 20 destinazioni e 1,5 milioni di passeggeri del 2009 a 32 destinazioni e 3 milioni di passeggeri entro il 2012. In generale, l'impatto di Alitalia verso Sea passerà da 120 a 150 milioni di euro nel 2012 e da 6,9 milioni di passeggeri movimentati a 9. Un’azione industriale mirata quindi al recupero di quote di mercato oggi prerogativa di easyJet e Lufthansa Italia, che nello scalo lombardo hanno insediato propri hub. Certo, se Alitalia torna a Malpensa, sia easyJet che Lufthansa Italia sono pronti ad andare a Linate: aiuteranno l’aeroporto a recuperare il milione di passeggeri che ha perso nel 2009?
La nuova Alitalia prende spunto dalle low cost e punta agli incentivi pubblici. Non più solo Roma e Milano, ma un network di aeroporti medio-grandi in grado di servire meglio il territorio: Venezia e Torino al Nord, Napoli e Catania al Sud. L’obiettivo è recuperare quote di mercato sul traffico periferico, estendendo la copertura della rete a scali di secondo e terzo livello, ormai roccaforti delle low cost. Firmato l’accordo con la Regione Piemonte con l’apertura di quattro nuovi collegamenti da Torino Caselle: Amsterdam, Berlino, Mosca e Istanbul. Il vettore riceverà sei milioni di euro di contributi in tre anni, da enti locali, Regione, Camera di Commercio, Comune e Provincia di Torino e Sagat. Rivista anche la strategia su Milano Malpensa: Alitalia vuole crescere utilizzando il brand Air One e incrementando la flotta. Nello scalo lombardo l'85% è rappresentato dal mercato low fare, tariffe full economy o scontate, mentre solo il 15% è traffico con tariffe premium. “Alitalia non diventerà mai low cost, saremo low price” ha dichiarato l'a.d. della compagnia, Rocco Sabelli“È un modello di business che non ci interessa. Però faremo concorrenza alle altre compagnie low cost”. Malpensa e le low cost sono pronte e attendono gli sviluppi futuri.
1.200 dollari al giorno, con anni di arretrati. É il costo addebitato alla vecchia Alitalia dal Park Hyatt di Hong Kong per le suite a disposizione degli equipaggi della compagnia in transito nella metropoli cinese. Peccato che Alitalia non voli più, da anni, su questo scalo. Questa è una delle tante follie che la ex compagnia di bandiera, oggi ceduta a CAI, ha lasciato in carico al commissario liquidatore Augusto Fantozzi. Che deve licenziare 15 dipendenti della sede di Hong Kong (cosa avranno fatto, in tutti questi anni?!), chiudere 60 sedi sparse per il globo, battagliare con i sindacati di mezzo mondo che reclamano liquidazioni da favola per dipendenti trattati - per anni - come dirigenti d’azienda e soprattutto trovare i soldi per pagare i creditori. Che pare siano 23.000, dipendenti compresi, per un credito complessivo pari a 400 milioni di euro. C’è dentro di tutto, dallo Stato (al quale AZ deve 300 milioni per il prestito ponte ottenuto ai tempi della fallita trattativa con Air France), società aeroportuali, compagnie petrolifere, albergatori, autonoleggi, ristoranti e bar degli aeroporti, Telecom Italia, la Coca-Cola, Yves Saint Laurent e - dulcis in fundo -, Peccati di Capri, ditta napoletana fornitrice dei cioccolatini di benvenuto ai passeggeri. Nel frattempo qualcuno sta smantellando pezzo per pezzo i 46 aerei non acquistati dalla CAI e rimasti a terra in attesa di un acquirente. Avvoltoi, su quel che resta di una compagnia che vantava una delle livree più famose al mondo.
Conclusa la prima fase, quella del salvataggio di Alitalia
Conclusa la prima fase, quella del salvataggio di Alitalia, riuscito secondo il presidente Roberto Colaninno e all'a.d. Rocco Sabelli, inizia ora la fase due, nella quale il vettore si prepara a sfidare le compagnie low cost e insidiarle nel loro mercato di riferimento, gli scali "di secondo e terzo livello". La compagnia punta a “estendere la copertura su quegli aeroporti, anche piccoli, che sono stati un terreno fertile per le low cost, anche grazie ad accordi e sovvenzioni a livello locale” ha detto Sabelli in un’audizione presso la Commissione Trasporti della Camera. ”Stiamo andando a prenderci quote di questo mercato”, ha spiegato parlando degli accordi già raggiunti con gli scali di Torino e Venezia, preannunciando progetti imminenti su Bari e Brindisi e accennando a contatti in corso con Perugia, Catania, Crotone e Alghero. La partita tra Alitalia e Ryanair continua anche se Ryanair sembra più veloce!