flyNews intervista Massimo Di Perna, manager specializzato in compagnie aeree: dopo cinque anni come Regional Manager Italy, Malta e Svizzera per Vueling (preceduti da un anno in Olympic Air e da quasi quattro nella start-up Sky Europe) ci offre un interessante punto di vista sulle compagnie low-cost in Italia.
Domanda - Perché ha lasciato Vueling? Risposta - A maggio 2010 ho iniziato insieme a Vueling un ambizioso progetto, che ha riscosso grande successo: in cinque anni Vueling è passata da 7 a 20 aeroporti italiani, da 18 a più di 115 rotte in partenza dall’Italia. Dopo quasi 5 anni e mezzo per me è ora di affrontare nuove sfide ed esplorare nuovi orizzonti. Sono molto riconoscente a Vueling, in quanto mi ha dato l'opportunità di essere una delle persone chiavi per il progetto Italia. Ho letto un articolo che dice che nella Silicon Valley c'è un claim : dopo 5/6 anni nella stessa azienda, se un professionista vuole continuare a crescere deve cambiare. Quel momento è arrivato per me. D - Perché le compagnie low cost reputano così strategico il mercato italiano, soprattutto nel segmento leisure? R - Le low cost non ritengono strategico solo il mercato italiano, ma tutti i mercati dove ci sono opportunità di business. Il fenomeno è abbastanza diffuso in Europa: basti pensare a Spagna e UK dove le prime due compagnie aeree, come passeggeri trasportati, sono due compagnie low cost; idem in altri mercati, inclusi Europa dell’Est e Scandinavia. L’Italia è diventata terra di conquista sia perché è un mercato incoming molto forte, sia per mancanza di forti players nello short e medium haul, infine perché i vettori italiani hanno costi strutturali molto più alti delle compagnie low cost. D - Scelga tre compagnie low cost attive sul mercato italiano e perché. R - Ryanair per la sua capillarità sul mercato italiano, easyJet per la customer experience e Vueling in quanto offre voli in connessione.